SINTASSI ELEMENTARE

Data la scarsa propensione del romagnolo alla subordinazione tratterò solo le proposizioni negative e interrogative.

Frasi negative

Mentre in italiano si aggiunge la negazione non prima del verbo, nel dialetto la negazione è ridotta al suono n (contrazione di non), aggiunto come enclitica al soggetto obbligatorio secondo la seguente tabella:

 

PERSONA

SOGGETTO
FACOLTATIVO

SOGGETTO
OBBLIGATORIO

 

 

 

 

davanti a
consonante

davanti a
vocale

in frasi
negative

singolare

1a

io

ei

a

a

an

2a

tu

ti

t

t

tan

3a masch.

lui

lu

e

l’

an

3a femm.

lei

lea

la

l’

lan

plurale

1a

noi

nun

a

a

an

2a

voi

vu

a

a

an

3a masch.

essi

lor

i

i

in

3a femm.

esse

lorie

li

li

lin

 

La particella negativa precede a sua volta le altre enclitiche che si possono aggiungere al soggetto obbligatorio. Allorquando si vengono a trovare affiancate due consonanti difficilmente pronunciabili (come il gruppo “t-n” della 2a persona singolare) il dialetto inserisce una vocale eufonica. Il gioco delle elisioni, delle assimilazioni e delle aggiunte eufoniche dà luogo alle due seguenti tabelle:

 

 

 

enclitiche

 

PRONOME
OBBLIGATORIO

non mi

non ti

non gli - non le
(a loro)

non ci
(a noi)

non vi
( a voi)

io

a

ammi

ant

agni

-

anvi

tu

t

tummi

tunt

tugni

tuncc

-

egli

e

ummi

unt

ugni

uncc

unvi

lei

l’

lammi

lant

lagni

lancc

lanvi

noi

a

-

ant

agni

ancc

anvi

voi

a

ammi

-

agni

ancc

anvi

essi

i

immi

int

igni

incc

invi

esse

li

limmi

lint

ligni

lincc

linvi

 

 

 

 

enclitiche

 

SOGGETTO
OBBLIGATORIO

non ci
non vi

(in quel luogo)

non gli
(a loro)

non si

non ne

io

a

agni

agni

-

anni

tu

t

tugni

tugni

-

tunni

egli

e

ugni

ugni

uns

unni

lei

l’

lagni

lagni

lans

lanni

noi

a

agni

agni

-

anni

voi

a

agni

agni

-

anni

essi

i

igni

igni

ins

inni

esse

li

ligni

ligni

lins

linni

 

E' scomparsa la differenza fra il verbo iniziante con consonante o con vocale. Ho lasciato la combinazione di enclitiche scritta senza apostrofi per semplicità.

Esempi di coniugazione negativa

Essere

 

PERSONA

PRESENTE

IMPERFETTO

FUTURO

singolare

1a

io

ei

an so

an era

an sarò

2a

tu

ti

tan cci

tan er

tan sarè

3a masch.

lui

lu

an è

an era

an sarà

3a femm.

lei

lea

lan è

lan era

lan sarà

plurale

1a

noi

nun

an scin

an ermie

an sarin

2a

voi

vu

an scid

an ervie

an sarid

3a masch.

essi

lor

in è

in era

in sarà

3a femm.

esse

lorie

lin è

lin era

lin sarà

 

 

 

 

 

Avere

PERSONA

PRESENTE

IMPERFETTO

FUTURO

singolare

1a

io

ei

an ò

an aveva

an avrò

2a

tu

ti

tan è

tan avev

tan avrè

3a masch.

lui

lu

an à

an aveva

an avrà

3a femm.

lei

lea

lan à

lan aveva

lan avrà

plurale

1a

noi

nun

an avin

an avemie

an avrin

2a

voi

vu

an avid

an avevie

an avrid

3a masch.

essi

lor

in a

in aveva

in avrà

3a femm.

esse

lorie

lin a

lin aveva

lin avrà

 

 

 

 

Indicativo degli altri verbi

PERSONA

magnè

cusg

capì

singolare

1a

io

ei

an magn

an cusg

an capisc

2a

tu

ti

tan magn

tan cusg

tan capisc

3a masch.

lui

lu

an magna

an cusg

an capisc

3a femm.

lei

lea

lan magna

lan cusg

lan capisc

plurale

1a

noi

nun

an magnen

an cusgin

an capin

2a

voi

vu

an magned

an cusgid

an capid

3a masch.

essi

lor

in magna

in cusg

in capisc

3a femm.

esse

lorie

lin magna

lin cusg

lin capisc

 

 

 

 

Congiuntivo degli altri verbi

PERSONA

magnè

cusg

capì

singolare

1a

io

che ei

an magna

an cusgia

an capiscia

2a

tu

che ti

tan magna

tan cusgia

tan capiscia

3a masch.

lui

che lu

an magna

an cusgia

an capiscia

3a femm.

lei

che lea

lan magna

lan cusgia

lan capiscia

plurale

1a

noi

che nun

an magnena

an cusgina

an capina

2a

voi

che vu

an magned

an cusgida

an capiva

3a masch.

essi

che lor

in magna

in cusgiva

in capiscia

3a femm.

esse

che lorie

lin magna

lin cusgia

lin capiscia

 

 

 

 

 

Frasi imperative negative

Quando in italiano si vuole esprimere un comando, in senso negativo, al singolare si usa la negazione non seguita dal verbo all’infinito (non fare il cretino, non andare là, non gridare). Al plurale invece si usa non seguito dall’imperativo (non fate i cretini, non andate là ecc.).

In dialetto, sia al singolare che al plurale, si usa la negazione no seguita dal verbo all’imperativo.

 

ITALIANO

ROMAGNOLO

 

Non andare lì, non fare questo, non mangiare quello, non bere quell’altro.

No va i lì, no fa quest, no magna quel, no bev cl’èltre.

Non andate lì, non fate questo, non mangiate quello, non bevete quell’altro.

No andèd i lì, no fèd quest, no magnèd quel, no bivìd cl’èltre.

 

Costruzioni particolari - cusc e duc

Cusc

Ciò che in italiano è evoluto verso “che cosa” in dialetto si è trasformato in cusc (contrazione di “che cosa [è] che”) ed è adoperato sia nelle proposizioni relative (che cosa mangi) che nelle interrogative (che cosa mangi?), lasciando all'intonazione della voce il compito di differenziarle. Tale termine precede sempre il soggetto obbligatorio (nella 2a persona singolare la combinazione c-t dà luogo a un t meglio pronunciabile.

Negli esempi che seguono viene proposta la forma interrogativa, ma la forma affermativa è identica salvo la mancanza del punto interrogativo e l'intonazione differente.

 

PERSONA

magnè

cosg

capì

singolare

1a

io

cusc a  magn?

cusc a  cosg?

cusc a  capisc?

2a

tu

cus t  magn?

cus t  cosg?

cus t  capisc?

3a masch.

lui

cusc-e  magna?

cusc-e  cosg?

cusc-e  capisc?

3a femm.

lei

cusc la magna?

cusc la cosg?

cusc la capisc?

plurale

1a

noi

cusc a  magnen?

cusc a  cusgin?

cusc a  capin?

2a

voi

cusc a  magned?

cusc a  cusgid?

cusc a  capid?

3a masch.

essi

cusc-i magna?

cusc-i cosg?

cusc-i capisc?

3a femm.

esse

cusc-li magna?

cusc-li cosg?

cusc-li capisc?

 

 

 

 

che corrispondono a:

 

 PERSONA

mangiare

cuocere

capire

singolare

1a

io

cosa mangio?

cosa cuocio?

cosa capisco?

2a

tu

cosa mangi?

cosa cuoci?

cosa capisci?

3a masch.

lui

cosa mangia?

cosa cuoce?

cosa capisce?

3a femm.

lei

ecc.

ecc.

ecc.

 

Duc

Ciò che in italiano è divenuto “dov'è che” in dialetto si è trasformato in duc ed è adoperato sia nelle proposizioni relative (dove sono) che nelle interrogative (dove sono?), lasciando all'intonazione della voce il compito di differenziarle. Tale termine precede sempre il soggetto obbligatorio (nella 2a persona singolare la combinazione c-t dà luogo a un t meglio pronunciabile.

Negli esempi che seguono viene proposta la forma interrogativa, ma la forma affermativa è identica salvo la mancanza del punto interrogativo e l'intonazione differente.

 

PERSONA

presente
di ess

imperfetto
di ess

presente
di andè

singolare

1a

io

duc a so?

duc a era?

duc a vag?

2a

tu

dut ci?

dut ér?

dut vè?

3a masch.

lui

duc l'è?

duc l'era?

duc e va?

3a femm.

lei

duc la è?

duc la era?

duc la va?

plurale

1a

noi

duc a scin?

duc a ermie?

duc a anden?

2a

voi

duc a scid?

duc a ervie?

duc a anded?

3a masch.

essi

duc-i è?

duc-i era?

duc-i va?

3a femm.

esse

duc li è?

duc li era?

duc li va?

 

 

 

 

che corrispondono a:

 

PERSONA

presente
di essere

imperfetto
di essere

presente
di andare

singolare

1a

io

dove sono?

dov' ero?

dove vado?

2a

tu

dove sei?

dov' eri?

dove vai?

3a masch.

lui

dov' è?

dov' era?

dove va?

3a femm.

lei

ecc.

ecc.

ecc.

 

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