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Conclusioni
Non mi sono divertito, ma ce l'ho fatta, vincendo tutti i timori.
Il motorino, comprato per l'occasione, ha sempre dato fastidio fin dall'acquisto lasciandomi in panne più di una volta. Si è guastato anche a Saludecio e, sebbene riparato a Cattolica, è stato sempre fonte di preoccupazione. Altra preoccupazione per il portapacchi posteriore, autocostruito, che non mi ha mai soddisfatto completamente; la ruota posteriore si è sgonfiata quattro volte prima che il meccanico di Civitavecchia trovasse un difetto nel copertone; la paleria della tenda si è rotta in una delle prime tappe, sebbene in modo non irreparabile; e siccome la demenza senile si fa sentire, per tutto il viaggio sono stato preda del timore di dimenticare e perdere qualcosa di importante e vitale, come le chiavi del motorino o le carte di credito.
E se piove? Come passo il tempo in questa tenda minuscola? E per mangiare? Come vado in bagno? Come mi asciugo? Ma hai fatto una promessa e quindi vai avanti, anche se hai una gran voglia di lasciare tutto lì e tornare indietro. In effetti a Briançon, prima di cena, non ho trovato più le protesi dentarie, lasciate chissà dove ma, seppure con solo un quarto dei denti originali, masticando a fatica cibi ignoti, sono sopravvissuto. Diverse volte in Spagna, la mattina, ho visto le pozzanghere ai lati della strada: aveva piovuto ed ero stato graziato.
Ho sofferto il freddo, avendo passato buona parte del tempo sopra gli 800 metri di quota e senza alcuna possibilità di comprare un giubbotto, ma non ho preso raffreddori. Anche il motorino, non ostante i dubbi, non mi mai tradito, anzi, si è fatto gli ultimi duemila chilometri stoicamente limitandosi ad emettere un bel rumore di ferraglia che mi faceva vergognare quando attraversavo i centri abitati.
Il portapacchi ha resistito egregiamente a tutti i passaggi pedonali sopraelevati non visti, per poi laurearsi a pieni voti sul pavè più sconnesso del mondo, quello che unisce Napoli, Portici, Torre del Greco e Torre Annunziata; per non parlare del navigatore, che, incredibilmente stupido come può esserlo un computer, per quanto odiato e deriso (a Burgos mi voleva far scendere da una scalinata) quando non sapevo né dove ero né dove dovevo andare, mi ha riportato sulla retta via.
Sono rimasto deluso a Capo Finis terrae, dove mi aspettavo il sole che tramonta nell'oceano infinito ed invece ho trovato una nebbia che faceva vedere a malapena il faro. Anche il Beato Amato ce l'ha trovata, e più di una volta; ma lui ci vedeva la mano Dio, potente e misericordioso, che ti nasconde l'ignoto per il tuo bene. Per lui quella era la fine del mondo, e non solo perchè il mondo finiva lì. Anche in senso metaforico.
Suggerimenti
- Per viaggi lunghi non usate mezzi che non possono andare in autostrada perchè:
- la segnaletica vi manderà sistematicamente su una tangenziale in cui non potrete entrare,
- il segnale che vi vieta l'accesso sta in un tratto che è già a senso unico per cui tornare indietro è più pericoloso che andare avanti,
- ed il navigatore in modalità bicicletta, se non lo conoscete più che bene, è imprevedibile.
- Non fate viaggi lunghi fermandovi in un posto un giorno solo perchè:
- quando in albergo sentono che ci state solo una notte vi danno la stanza peggiore che hanno, piccola, brutta e scomoda;
- se non siete conoscitori della lingua non capirete mai niente perchè gli accenti cambiano ogni giorno;
- non avrete mai un'idea della cucina perchè lo stesso piatto, a duecento chilometri di distanza, o non c'è, oppure si chiama in un altro modo;
- delle grandi città non riuscirete a vedere niente perchè non saprete dove andare.
Riconoscimenti
- Per le riceche geografiche mi sono avvalso della cartografia di Google, Michelin, del Geoportail francese e dell'IDEE spagnolo;
- Coordinate geografiche e dati sugli abitanti delle città sono state desunte da Wikipedia.
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