|
INTRODUZIONE |
Ultimo aggiornamento |
(Che potete anche saltare) Salta Il modo più efficace e naturale di imparare una lingua (o un dialetto) è di farlo da piccoli attraverso la propria madre. Lei inizia con concetti molto semplici come mamma, pappa, cacca e pipì per poi progredire gradatamente. Niente vocabolari, niente libri. I significati, come pure le differenze di sfumature, si imparano solo ed esclusivamente dal contesto del discorso.
Un secondo modo consiste nel farlo attraverso un
precettore bilingue che si comporta più o meno come la madre. Perchè il dialetto di Saludecio. Perchè è quello che conosco. Esistono tanti dialetti quante sono le parrocchie (prima dell'avvento della radio, vera unificatrice della lingua, la guida culturale degli italiani era il parroco), ma non vi spaventate: per me, forestiero in Puglia non c'è una gran differenza fra le mìre di Martina Franca e lu miéru di Grottaglie: sempre vino è, dal latino merum, così per voi, forestieri in Romagna, non ci sarà troppa differenza fra e vén di Saludecio ed e vòin di qualche altro luogo: sempre vino è, dal latino vinum. Quella che segue è la grammatica, il complesso delle regole, del dialetto romagnolo. Ma la parte più importante del corso non è essa, è la pronuncia. Ogni qual volta vedrete un altoparlantino giallo oppure questo simbolo troverete la pronuncia delle parole del testo scritto. Famigliarizzatevi con quei suoni e, se volete anche parlarlo senza limitarvi a capirlo, esercitatevi scimiottando la pronuncia dell'annunciatore. Era un consiglio dell'insegnante d'inglese dello "Shanker" che ho trovato molto valido. Proseguendo nel corso secondo l'ordine logico si troveranno diverse ripetizioni della stessa intestazione e dello stesso concetto come premessa di base al trattamento di diversi argomenti correlati. Questo può dar fastidio, ma è stato fatto per dare la possibilità - a chi scorre il corso secondo una logica propria - di capirci ugualmente qualcosa. |
Nella prossima pagina: |
Ortografia |
Nella pagina precedente: |
Sommario |