DALL'ITALIANO AL DIALETTO

Ultimo aggiornamento
21/11/2021

INTRODUZIONE

L'italiano come lo parliamo oggi é il prodotto delle innumerevoli storpiature praticate sul latino fino al 1300 da parte dei fiorentini e dal 1300 in poi dagli italiani in genere.
Il romagnolo a sua volta é il risultato delle innumerevoli storpiature praticate sulla stessa lingua, nello stesso arco di tempo, dai romagnoli.
Due popolazioni diverse hanno portato a storpiature diverse, ognuna delle quali avrá avuto effetti uguali su suoni uguali.
Se un processo ha portato dagli originali latini montem e pontem, agli italiani monte e ponte ed un analogo processo ha portato ai romagnoli mont e pont, gli stessi processi, se hanno portato da fontem all'italiano fonte, avranno (o avrebbero) anche portato da fontem al romagnolo font.

DEFINIZIONI

Sono chiamate sonore b, g, v, d (g dura) perché precedute da una breve emissione di suono, sorde le consonanti p, c, f, t (c dura). Quando si parla della vocale i si allude al suono i, si fa cioé riferimento al caso in cui la lettera i rappresenta un vero e proprio suono vocalico, prescindendo dai casi in cui serve solo ad indicare la pronuncia dolce delle consonanti c e g. La i di pronuncia non é un suono i.

LE VOCALI

Nel termine dialettale corrispondente a una certa parola italiana le vocali, oltre ad essere inalterate, possono anche cadere oppure trasformarsi in altre vocali.

Desinenze (finali di parola) di nomi e aggettivi

Si considera il singolare dei nomi ed il maschile singolare degli aggettivi.

la a

rimane sempre inalterata

telegramma - telegrama
panorama - panorama
mamma - mama
zia - zia
vedova - vedva

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la e

cade nelle parole piane

monte - mont
televisione - television
colazione- colazion
operazione - operazion

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rimane nelle parole sdruciole

vergine - vergine
martire - martire

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la i

rimane nei nomi propri di persone e animali

Bobi - Bobi
Robi - Robi

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diventa e negli altri casi

Rimini - Rimne

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la o

cade quando appartiene a parola piana

dito - déd
gioco - gióg
oro - or

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diventa e dopo il suono i

olio - ólie
tirchio - tirchie

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diventa e nelle parole sdruciole

minimo - minime
massimo - massime
albero - èlbere

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diventa e quando è preceduta da una consonante seguita da r, m, n, l, v

vetro - védre
olmo - olme
forno - forne
merlo - mérle
vedovo - vèdve

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Caduta di vocali all'interno di una parola

la e

cade quando appartiene alla sillaba che precede quella accentáta

berretto - brét
melóne - mlón
menáre - mnè
pennéllo - pnèl

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la i

cade quando appartiene alla penultima sillaba delle parole sdrúciole.

tica - cùt-ga
donica - dmèn-ga
tièpido - tèp-de
sico - tís-ghe

ascolta la pronuncia

cade quando appartiene alla sillaba che precede quelle accentata

biròccio - bròcc
camminàre - camnè
finèstra - fnèstra
gallinàccio - galnàcc

ascolta la pronuncia

la o

cade quando appartiene alla penultima sillaba delle parole sdrúciole.

cocciola - còcc-la
fragola - frègla
mammopla - màmla
puzzola - púzla

ascolta la pronuncia

cade quando appartiene alla sillaba che precede quella accentáta

copérchio - cvérchj
mescolino - misclén
orolagio - arlogg
tovaglia - tvàia

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la u

cade quando appartiene alla sillaba che precede quella accentáta

spazzaturìno - spazadrén

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Modifiche delle vocali all'interno di una parola

la o diventa u
quando non è accentata

sportéllo - spurtél
orécchia - uréchia
tramontàna - tramunténa
montare - muntè
giocare - giughè

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la à diventa è
quando è accentata

mandàvo - mandèva
befàna - bifèna
pàdre - pèdre
quàdro - quèdre
tàvola - tèvla
stàvo - stèva

ascolta la pronuncia

la e diventa i
quando non è accentata

befana - bifèna
pecoraio - pigurèr
seccare - sichè
sentire - sintì
treppiedi - tripìd

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Desinenze dei verbi

-are è sempre sostutuita dalla desinenza

andare - andè
comprare - cumprè
mancare - manchè

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-ere cade quando segue la g dolce o gldi foglio

accorgere - incorgg
raccogliere - arcoi
togliere -

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-ere è sostituita dalla desinenza -a negli altri casi

vedere - veda
sedere - seda
godere - goda

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-ire è sempre sostituita dalla desinenza

partire - partì
sentire - sintì
aprire - avrì

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Prefissi ed altre desinenze

Nel prefisso ri, indicante la ripetizione di un'azione, la i cade ed alla r viene anteposta una a eufonica. Il prefisso si traforma in ar.

ricotta - arcota
rifare - ar
rimanere - armana
ritaglio - artai
rimediare - armidiè

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Nelle desinenze àta, ìta, ùta, la à diviene è la t diviene d, la a rimane.
Le desinenze si trasformano in -èda, -ìda,-ùda.

manata - manèda
patata - patèda
dormita - durmìda
bevuta - bivùda

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Nelle desinenze dei diminutivi, maschili e femminili, ino ed ina divengono én ed éna.

poverino - purèn
poverina - purèna
manina - manèna
piedino - pidèn

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La modifica non avviene nei falsi diminutivi

vicino - vicìn
turchino - turchìn
piccino - pcìn

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Nelle desinenze -ico, ica, precedute da consonante, la i cade, la c dura diviene g, la o finale diviene e, la a finale rimane.
Quando si presenta la c dura preceduta e seguita da vocale, la stessa diviene g e la vocale precedente cade.

tisico - tisghe
rachitico - rachitghe
manico - mandghe
manica - mandga
domenica - dmenga
pizzico - pizghe
Cattolica - Catolga
cotica - cudga
cotechino - cudghìn

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Le desinenze -ale, -aio, -oio, -ore si tarformano rispettivamente in -èl, èr, ùr, -òr.

stivale - stivèl
notaio - nutèr
lavatoio - lavadùr
muratore - muradòr

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LE CONSONANTI

Le doppie

Quelle presenti nelle desinenze del congiuntivo rimangono inalterate nel dialetto.
In tutti gli altri casi vengono tramutate in semplici (dottore - dutór, tetto - tet, rosso - ros).

Altre modifiche delle consonanti

da c dolce
a sg

La c dolce che segue una vocale su cui cade l'accento tonico assume il suono sg (come la j del francese jour)

camicia - camisgia
cuocere - sg
luce - lusg
croce - crósg
alice - alísg

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  La correzione per lo spostamento dell'accento

Nella pagina precedente:

  La preposizione

 

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