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SULLE ORME
DEL BEATO AMATO RONCONI

in pellegrinaggio a Santiago di Compostella
col motorino, la tenda e il sacco a pelo

l'Europa coast to coast

Oltre Bologna (10 luglio 2012)

Oltre Bologna la pianura padana continua sempre uguale. Nelle città, grandi e piccole, si entra dalla Via Emilia Levante e si esce dalla Via Emilia Ponente, nelle campagne sempre filari di pioppi, si sale sull'argine del fiume, si attraversa il fiume, si scende dall'argine del fiume. La prossima tappa sarebbe a Salsomaggiore, ma è ancora mezzogiorno, così decido di saltare la tappa, guadagnare un giorno e andare ad Alessandria.

Non sono mai stato in Lombardia (o almeno non ricordo di esserci stato) così vale la pena di prendere nota di questo momento.
Il camping è nelle campagne, non si vede in giro nessuna indicazione, quindi dò in pasto al navigatore le coordinate GPS e mi lascio guidare. Dove mi porta lui, non c'è niente, ma andando lungo la strada, avanti e indietro, finalmente lo trovo. Ma non è un camping, è un villaggio turistico, fatto di bungalow. La parte camping è costituita da due roulotte e nessuna tenda. La mia sarà l'unica.
Il mezzo di trasporto e la tenda suscitano la curiosità dell'addetta alla ricezione che, appena viene a sapere la mia meta, mi consegna una spiga di grano (proprio una spiga di grano) da portare in dono a San Giacomo. Accetto e la metto, sul momento, nel posto più a portata di mano dello zaino, dove c'è il coltello multiuso, le pillole della pressione, il caricatore del telefonino, le batterie della macchina fotografica, tutta roba di pronto impiego e di uso comune. Non ha nessuna protezione, io me ne dimentico e la lascio lì.
Arrivato a Santiago mi ricordo della spiga, apro la tasca dello zaino e la cerco. Sono rimasti sei chicchi e un pizzico di pula. N.d.R: nel dialetto romagnolo, perchè non so come si dice in italiano, la pula è ciò che, dopo la trebbiatura, rimane del grano una volta tolti i cicchi e la paglia Ho religiosamente depositato i sei chicchi nell'apposito spazio per le offerte, a forma di piatto. Molto probabilmente qualche prete li avrà considerati sporcizia, non così San Giacomo.

Nel montare la tenda, la sorpresa: un elemento della paleria è rotto.

Questa è la rottura. La divisione in due minaccia di estendesi a tutto l'elemento divenendo irreparabile.

Per prima cosa lo si lega stretto con filo di ferro sottile in modo che la spaccatura non progredisca.

Poi, lavorando a martellate uno dei picchetti di riserva, si fabbrica un arco di ferro da legare all'arco portante - come rinforzo della struttura - per non farlo piegare più di tanto.

Credevo che le tende Bertoni fossero fabbricate in Italia come succedeva prima del ventennio berlusconiano, invece la mia era stata fabbricata in Cina (come quasi tutto quello che compriamo).
Ovviamente, spostata l'attività in Cina, se ne sono andati anche i posti di lavoro. Mi chiedo:

  • Come mai venti ed oltre anni fa, quando tutto quello che compravamo (o quasi) era fabbricato in Italia, il telegiornale era sempre preoccupato per la bilancia dei pagamenti che veniva riequilibrata dalle rimesse degli emigranti.
  • Come mai adesso, che tutto quello che comperiamo (o quasi) è fabbricato in Cina, il telegiornale non si preoccupa per niente della bilancia dei pagamenti, ma dello spread.

Probabilmente le tende Bertoni, anche se fabbricate in Cina, statisticamente sono un prodotto italiano, come le biciclette Legnano (fabbricate in Cina), i vestiti D & G (cuciti in Cina), i vestiti Oviesse (cuciti in Bangladesh), i computer ACER (Lainate - MI) ugualmente fabbricati in Cina, e via discorrendo.
Sarà capitato come a Taranto dove, quando non esisteva il registro dei tumori, nessuno moriva di cancro.

Torino (905.000 ab. - 11 luglio 2012)

Il problema per noi viaggiatori itineranti è che, in qualunque città andiamo, non sappiamo mai che cosa andare a vedere. Quindi, arrivato a Torino nel primo pomeriggio, si è presentato il problema di programmare un giro turistico per la città. Torino è stata sede di re, quindi ci deve essere un palazzo reale, una villa reale, e tante cose reali, ma non so dove sono. So però che c'è la Mole Antonelliana, che è alta e si vede da lontano. Quindi andrò là. Questa è una veduta di Piazza Vittorio Veneto, e queste sono altre vedute di Torino, prese lì vicino:

La Mole antonelliana sullo sfondo

Poliziotti a cavallo ai giardini

Il Po vicino al Ponte Vittorio Emanuele

Questo sono io in riva al Po

E domani, a Dio piacendo, si va in Francia.

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Taranto - Saludecio

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Torino - Briançon